martedì 15 marzo 2016

La riforma Balduzzi e la "spending review" sul danneggiato

Il tanto contestato "Decreto Balduzzi" ha praticamente introdotto una riduzione dell'entità del risarcimento dovuto nei casi di responsabilità professionale medica, seguendo la stessa "filosofia" che ha caratterizzato molti governi precedenti e cioè quella di assecondare le "richieste" delle Compagnie di assicurazione le quali, malgrado continuino a godere di utili considerevoli, lamentano un presunto eccessivo costo dei sinistri. In parole povere le Compagnie di assicurazione continuano a voler incassare i premi riducendo sempre di più i risarcimenti.

Tecnicamente, con questo Decreto, si estende l'applicazione delle tabelle previste dagli articoli 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni private, relative al risarcimento dei danni derivanti da circolazione di veicoli e natanti, anche ai danni derivanti da responsabilità medica. Dove sia il nesso è difficile dirlo, molto più concretamente il fine di questa norma è semplicemente il contenimento delle spese da parte delle assicurazioni, una sorta di "spendig review" a danno dei pazienti e dei cittadini in genere.
Adottando quindi i parametri delle tabelle dell'RC auto alla sanità la conseguenza immediata è che vengono ridotti i risarcimenti per le lesioni con postumi invalidanti compresi tra l'1 e il 9% di percentuale di invalidità.
Dobbiamo sottolineare che questo provvedimento è solo l'ennesimo di tutta una serie che nel corso degli ultimi anni e attraverso le decisioni di diversi governi di ogni colore politico, ci si è sempre allineati alle richieste della cosiddetta lobby assicurativa, forse tra le poche a non sentire la pressione della crisi economica, eppure molto forte nella pressione esercitata sulla politica in generale.

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